Professore di religione silurato, indagine ufficio scolastico regionale

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222349742-1794aa7f-789e-4fb1-a19d-0e1c530064e2Parte una verifica sulla vicenda del prof di religione al quale non hanno rinnovato il contratto dopo che aveva criticato l’operato del vescovo. “Verificherò personalmente  –  dice il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Maria Luisa Altomonte  –  come sono andate le cose”. Intanto, in via Matteo Bonello, nella sede della Curia arcivescovile del capoluogo siciliano, tutto tace. “Parlerò col direttore dell’Ambito territoriale di Palermo, Marco Anello, e dopo questa mini indagine  –  continua la Altomonte  –  deciderò cosa fare”. Mentre il deputato all’Assemblea regionale siciliana, Fabrizio Ferrandelli (Pd), ha presentato una interpellanza alla Quinta commissione “al fine di chiarire le modalità di assegnazione degli incarichi per l’insegnamento della religione”.

Il caso inizia nell’anno scolastico 2011/2012 quando Giuseppe Vetrano, docente di religione alla media e alle superiore da 14 anni, insegnava per 12 ore nella scuola superiore di Ciminna e completava l’incarico con 6 ore all’istituto comprensivo di Villafrati. Ma il suo calvario stava per iniziare. L’anno successivo, il docente viene assegnato per 5 ore settimanali a Roccapalumba mantenendo le 12 ore a Ciminna. Ma Vetrano non digerisce il suo allontanamento da Villafrati, disposto perché il dirigente scolastico di quella scuola gli aveva inviato una lettera di rimprovero con addebiti poi rivelatisi infondati. E nel 2013/2014 il prof di Religione chiede di ritornare a Villafrati, ma nel frattempo il “suo” posto era stato assegnato al nipote del vescovo ausiliario, Carmelo Cuttitta, che al momento del suo primo incarico non avrebbe neppure avuto il titolo per insegnare Religione. Vetrano prende carta e penna e scrive al cardinale Paolo Romeo una lettera che critica l’operato di padre Carmelo Todaro, a capo dell’Ufficio Irc della Curia, per la gestione dei 431 insegnanti di religione in servizio nella diocesi di Palermo. E poi allo stesso Cuttitta. 

Quello stesso anno  –  il 2013/2014  –  Vetrano riceve un incarico di sole 12 ore e quasi mezzo stipendio. E quest’anno, nonostante abbia famiglia e mutuo da pagare, viene lasciato fuori dagli incarichi. Dopo che “Repubblica” ha sollevato il caso, Vetrano ha ricevuto una valanga di messaggi e mail di solidarietà sia dai colleghi di religione della diocesi palermitana, sia da preti e religiosi che erano a conoscenza della sua vicenda. Di lui sul sito Internet LiberaMente Ciminna si legge: “Sugli incarichi ai prof di religione si è sempre discusso molto, speriamo che questa tegola possa servire per fare chiarezza all’interno della Curia palermitana. Cogliamo l’occasione per dare la nostra solidarietà al professore Giuseppe Vetrano che all’istituto superiore Nicolò Palmeri di Ciminna, si è sempre distinto per serietà e professionalità”.

E pare che adesso il caso sia nelle mani del cardinale Paolo Romeo in persona. Nel 2005 l’allora ministro dell’Istruzione Letizia Moratti bandì il primo concorso a cattedre per docenti di religione. E dal 2006 ci sono gli insegnanti di religione di ruolo e gli incaricati (precari). Vetrano è uno di questi e mantiene l’idoneità all’insegnamento della religione. Gli incaricati ogni anno ricevono il contratto dal provveditorato, che agisce d’intesa con la Curia, e non possono essere licenziati a meno che non venga loro ritirata la patente del buon cattolico  –  il certificato di idoneità all’insegnamento della religione  –  rilasciata dall’ordinario diocesano. Ma l’azione di controllo sulla legittimità degli incarichi è di pertinenza dell’Ufficio scolastico regionale, che da qualche anno ha incaricato gli ex provveditorati, visto che i docenti di religione li paga per intero lo Stato. Per questa ragione la Altomonte vuole vederci chiaro: una eventuale azione di risarcimento andrebbe a gravare sulle casse dello Stato che dovrebbe garantire a Vetrano il posto soffiatogli da qualcun altro col relativo stipendio.

Salvo Intravaia

Repubblica.it

 

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