Paternò, vertice del Pd: per la prima volta Mangano ammette il fallimento

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Proprio così. Alla presenza del segretario provinciale etneo del Partito Democratico, Enzo Napoli, il sindaco Mauro Mangano ha ammesso il sostanziale fallimento di questa compagine di governo della città. In una sede del Pd gremita, tra consiglieri comunali ed iscritti al partito, il primo cittadino si è ritrovato quasi al centro di una arena, con il segretario provinciale dei democratici quasi a fare da paciere tra le diverse anime che si sono contrapposte durante una riunione fiume dei quadri dirigenti paternesi del Pd, durata più di tre ore. Ancora più critica la “corrente” che fa capo al capogruppo in consiglio comunale, Giancarlo Ciatto. Dello stesso avviso anche il presidente del consiglio Laura Bottino, recentemente passata proprio al Pd, anche lei molto critica. Toni alti di alcuni consiglieri comunali, che sarebbero stati poi redarguiti dallo stesso segretario Napoli che in alcuni momenti ha minacciato anche di andare via.

“Abbiamo creduto con gli occhi chiusi in questa scommessa politica per la città, alla fine ci hai portato nel baratro”, una delle dichiarazioni più forti indirizzate al primo cittadino, che ha poi replicato argomentando a proposito del rimpasto di giunta: “Un assessore si è dimesso, e si è dimesso non per far posto a qualcuno…”, e via alla pioggia di critiche. Ha parlato chiaro Flavia Indaco, assessore dimissionario della giunta Mangano, durante la conferenza stampa di ieri a Palazzo Alessi: “Lascio per fare posto alla politica”, quasi a smentire proprio il primo cittadino, che in realtà un accordo con il vicesindaco di Catania Marco Consoli sembra averlo già fatto: posto in giunta in cambio di un sostegno in consiglio comunale. La dichiarazione è stata resa a Freedom24 proprio da Salvo Comis (vicino a Consoli), consigliere di opposizione, che si è reso disponibile ad un”sostegno esterno”, ma “senza entrare nel Pd”. Si vedrà, ma intanto è proprio su questo punto che si snoda la faccenda, e cioè l’apertura palese del sindaco all’opposizione avendo perso la compattezza politica del blocco di centrosinistra in assise. “Se accetti l’opposizione in giunta, ci organizzeremo di conseguenza”. Sfiducia, sembrerebbe. Oppure un’uscita di massa dal Partito Democratico. Il capogruppo Ciatto ha terminato l’incontro poco fa senza voler rilasciare dichiarazioni. Una cosa è certa: il partito ha sottoscritto, per mano del suo segretario cittadino Filippo Sambataro, un documento programmatico della durata di sei mesi, allo scadere dei quali una decisione definiva andrà presa. Ed intanto, però, cambiano le condizioni politiche (l’apertura all’opposizione), quindi dovrebbe cambiare anche la posizione del documento indirizzato all’amministrazione. Amministrazione – con in testa il sindaco – che quando si parla del Pd sembra non sentirci. 

Ed intanto Mauro Mangano adesso ha solo due possibilità: la prima è quella di gettare la spugna, andare in televisione ed ammettere la sua sconfitta politica pur restando sindaco; aprire a tutto il consiglio comunale e proporre un patto per la città, con un governo di salute pubblica in cui partecipino tutte le forze politiche. Diversamente, le dimissioni, riconsegnando la parola ai paternesi. In mezzo, con votazione lunedì prossimo, c’è la discussione in consiglio sull’addizionale IRPEF, che potrebbe aumentare dallo 0,2xmille (contro cui si battè proprio Mauro Mangano quando il sindaco era Pippo Failla per il centrodestra), allo 0,8xmille.

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