Centrodestra a Catania, sbagliato che Stancanelli si ponga da protagonista

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StancanelliLaRussa-335x175Una recentissima intervista all’ex sindaco di Catania, Raffaele Stancanelli, svela le sua intenzioni: porsi da protagonista e fare da nuovo aggregatore del centrodestra etneo. In un centrodestra che sta morendo di protagonismi, mi pare quello di Stancanelli l’atteggiamento più sbagliato che potesse tenere. Anzitutto perchè Stancanelli non è riuscito già quando doveva (e poteva) a serrare i ranghi del fronte moderato etneo. Nello Musumeci era all’opposizione del suo governo a Catania, e decine di consiglieri di maggioranza del centrodestra in cinque anni gli si sono rivoltati contro piano piano, fino a divenire opposizione nei fatti. Poi la graduale vicinanza a Fratelli d’Italia, oggi la militanza nel reinventato partito di Berlusconi. Porsi in questi termini, come uomo dalle mille virtù politiche, è quanto di più controproducente Stancanelli potesse fare. E glielo dico da amico quale mi ritengo, con l’onestà che sappiamo entrambi. E’ senz’altro un’area politica da prendere in grande considerazione e da valorizzare, quella vicina all’ex primo cittadino catanese; ma che possa egli stesso divenire uomo dell’unione, e che lo dica in un’intervista, non è stata affatto una buona idea. Le leadership ce le riconoscono gli altri, non ci si auto-investe.

Per quello che se ne sa, a questa operazione avrebbe dato il suo benestare (e forse anche l’input) l’ex ministro Ignazio La Russa, un altro che del protagonismo galoppante ha fatto bandiera, e che ha pagato e continua a pagare in termini di mancato consenso questa sovraesposizione cocciuta. Il partito di La Russa non ha raggiunto il 4% alle europee, sia pure doppiando i voti delle Politiche 2013. Lo stesso La Russa, in due anni, ha perso anche Milano, la Lombardia, Paternò (la sua città natale) e il suo piccolo feudo a sud dell’Etna, Ragalna. Stancanelli, invece, perse sonoramente le elezioni amministrative a Catania, consegnando la città ad Enzo Bianco. Non me ne vogliano, Ignazio e Raffaele, ma più che aggregatori dovrebbero essere aggregati. Ad ognuno il suo.

Andrea Di Bella

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