Seguire i grandi esempi contro l’odio di ogni giorno

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di Gabriele Pocina 

Il 5 luglio a Baton Rouge, in Louisiana, Alton Sterling, un 37enne nero, muore ammazzato da due agenti di polizia che erano intervenuti dopo una chiamata anonima al 911. L’uomo sembrava essere stato immobilizzato dai due agenti e quindi non in grado di nuocere alle forze dell’ordine. Un poliziotto spara uccidendolo.

Il 6 luglio a Falcon Heights nel Minnesota, il 32enne Philando Castile cade ucciso da un agente di polizia durante un controllo. L’afromericano stava estraendo i documenti ed il porto d’armi. La moglie riprende i momenti di panico, in auto anche la piccola figlia.

Il 7 luglio a Fermo, nelle Marche, Emmanuel Chidi Namdi, 36 anni, muore ammazzato a botte da un fermano. Emmanuel e la fidanzata erano fuggiti lo scorso settembre dalla Nigeria, dopo l’assalto di Boko Haram a una Chiesa. Sbarcano in Italia, a Palermo. Avevano attraversato la Libia, dove erano stati aggrediti e picchiati da malviventi del posto. Durante la traversata, Chinyery aveva abortito. Emmanuel è morto per aver difeso la fidanzata da alcuni insulti razzisti.

L’8 luglio diverse centinaia di persone si erano radunate e stavano marciando verso City Hall contro la violenza della polizia nei confronti dei neri. A fare barriera lungo la strada che porta alla sede del Comune c’erano i poliziotti, schierati. La marcia era pacifica, all’improvviso si sono sentiti colpi d’arma da fuoco. Undici poliziotti feriti, cinque non ce l’hanno fatta. Si chiamavano Brent Thompson, Patrick Zamarripa, Michael Krol, Lorne Ahrens e Michael Smith.

Facebook. Dichiarazione dei diritti e delle responsabilità.

Punti 6, 7 e 9:

6. Non denigrare, intimidire o infastidire altri utenti.

7. Non pubblicare contenuti minatori, pornografici, con incitazioni all’odio o alla violenza o con immagini di nudo o di violenza esplicita o gratuita.

9. Non usare Facebook per scopi illegali, ingannevoli, malevoli o discriminatori.

Negli stessi giorni uomini politici di vari paesi compresa l’Italia sfruttano il momento mediatico delle proteste degli afroamericani per farne campagna politica, aizzando attraverso i social le masse di seguaci e alimentando odio e violenza. Si comportano, per definizione, da demagoghi: fanno leva su sentimenti irrazionali e bisogni sociali latenti, alimentando la paura o l’odio nei confronti dell’avversario politico o di minoranze utilizzate come “capro espiatorio” e come “nemico pubblico”, utile alla formazione di un fronte comune.

Nel 426 a.C fu Platone a descrivere questo sistema politico democratico ma tendente alla corruzione, incline all’oligarchia. Oggi, oltre duemila anni dopo, si continuano ad avere esempi di questa demagogia, si creano e si sfruttano le paure del popolo, ci si scaglia contro le classi più deboli, millantando libertà e supremazia. Strumentalizzando un’esigenza primordiale dell’uomo, un diritto inalienabile, la “libertà e la ricerca del benessere”. La nostra nazione e la nostra gente hanno anch’essi sofferto, scappando per cercare non la fortuna ma la sopravvivenza all’estero. E adesso c’è chi chiude le porte e alza i muri – dopo che il popolo ha deciso di abbatterli – facendone principio fondante della propria politica. Ridottasi a denigrare qualcosa o qualcuno, dimostrando che se non si riesce ad essere migliori è sufficiente mostrare quanto più deboli siano gli altri.

Odio, Violenza, Morte.

Martin Luther King impegnò tutta la sua vita per difendere i diritti civili del popolo nero, combatté con proteste pacifiche, marce e resistenza. Conquistò il popolo con l’amore.

Qualche giorno prima di essere ucciso Malcom X andò a parlare con Coretta King, moglie di Martin. Malcom X aveva deciso di seguire la strada del pastore, Malcom X aveva deciso di abbandonare la violenza. Morì il 21 dello stesso mese.

King vinse la battaglia, affrontando la galera, le botte e la morte. Camminava, King. Subiva pestaggi dalla polizia, non si arrendeva. Morivano compagni. Marciava.

Martin Luther King ottenne con le sue proteste pacifiche il Civil Rights Act, che prevedeva la fine della segregazione su base razziale nei luoghi pubblici e vietava la discriminazione nelle assunzioni e nei luoghi di lavoro, e il Voting Rights Act, che tutelava il diritto di voto degli afro-americani, proibendo i vari stratagemmi articolati negli stati del sud.

Il 10 luglio 2016, papa Francesco ha voluto ricordare durante l’Angelus in San Pietro tutte le vittime della violenza che il mondo piange questa settimana: “Dio è nel migrante che tanti vogliono cacciare”.