L’immigrazione, Brexit e lo smottamento dell’Unione Europea

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di Paola Rosselli


Immigrazione

Lo tsunami cui abbiamo assistito nei giorni scorsi sul referendum britannico per la fuoriuscita dall’Unione Europea, ha iniziato a rilasciare macerie nel panorama europeo ed internazionale che ci porteremo a lungo come strascico. Il premier David Cameron apprendista stregone ci ha provato, mettendo alla prova la sua autorevolezza nell’ambito del contesto politico europeo, rimediando una magra figura e una batosta storica. Ha fallito su tutta la linea: ha prevalso quella primitiva paura degli inglesi di mantenersi un passo indietro (la storia viene da lontano, con il rifiuto dell’adozione dell’euro come moneta ufficiale). Dimissioni già annunciate, e in Europa si scalpita – come ritorsione – per affrettare i tempi e dare degna punizione agli inglesi, agevolando la fuoriuscita. Ma i tempi sono stabiliti e le procedure regolate dai trattati.

Interroghiamoci sul reale motivo di questa crepa nell’Unione, cancellando la scusa di facciata dell’economia, dell’incertezza monetaria e della crisi. Il vero motivo ha un nome e cognome: politica di immigrazione nell’Ue. Gioiscono i vari movimenti indipendentisti che hanno fatto della lotta contro l’immigrazione fuori controllo il proprio punto di forza. I vari Farage, Salvini, Le Pen, Wildwers, che portano avanti da sempre nelle proprie patrie e in Europa battaglie contro questa ormai innegabile “invasione” sono rinvigoriti, forti del risultato, e fremono per passare all’incasso. Secondo l’European Council on Foreign Relations sarebbero pronte ben 34 richieste di referendum di stampo nazionalista per uscire dall’UE, tutti promossi da partiti di destra contrari da sempre a questa Unione Europea e conseguenti politiche sociali ed economiche. Gli inglesi intanto si tirano fuori dalla gestione di questa marea immensa di extracomunitari che arriva ogni giorno sulle nostre coste, si sono stufati di sborsare quattrini a fronte di provvedimenti che più che scoraggiare incentivano l’enorme trasferimento di massa di disperati. La logica del “ognuno curi il proprio orticello” ha prevalso. Ne facciano degna riflessione Angela Merkel e dintorni, per evitare di ritrovarsi tra le mani una Unione – se ancora puo’ chiamarsi tale – sgretolata e a pezzi.